Ti metteresti mai alla guida di un’auto sprovvista di quadro strumenti? Probabilmente non la compreresti nemmeno. Eppure, il quadro non serve alla macchina per andare. Lei non ha bisogno di comunicarti la velocità a cui stai andando, ma tu che hai bisogno che lei te la comunichi (se vuoi evitare multe, per lo meno!). Ecco, il monitoraggio per il fotovoltaico è la stessa cosa.
Il monitoraggio di un impianto fotovoltaico è il suo cruscotto e, sia che si tratti della semplice operazione di lettura del display (sugli impianti più datati), o della consultazione dell’app dedicata (sui sistemi più moderni), è l’alleato più prezioso di un possessore di fotovoltaico.
Per questo motivo, all’affermazione di cui sopra, rispondo che il monitoraggio non è per l’impianto, ma per il proprietario. E sono sicura che tutti quei clienti che hanno deciso di dotarsi di uno di questi strumenti, non potranno che confermare.
Possiamo definirlo come qualsiasi sistema che ti permetta di rispondere alla domanda: «Quanto produce il mio impianto fotovoltaico?»
Esistono vari modi in cui si può monitorare un impianto fotovoltaico; possiamo classificare i monitoraggi a seconda del device utilizzato:
Potresti anche voler fare un passo ulteriore e chiederti: «Ma quanta, di tutta quest’energia prodotta, sto consumando, e quanta ne sto cedendo in rete?»
Qui entra in gioco un altro tipo di classificazione e distinzione tra i vari tipi di controllo che puoi effettuare sul tuo impianto:
Leggi anche: Cosa devi sapere sui sistemi di accumulo
Il monitoraggio di un sistema di accumulo è quindi un complemento quasi obbligato. Naturalmente ne esistono di varie tipologie, ma i migliori sono quelli che permettono di raccogliere sulla stessa piattaforma anche i dati del fotovoltaico, così da avere tutte le informazioni che servono in un unico portale.
Il primo grande plus di un sistema di monitoraggio è che ti permette di fare analisi periodiche sul tuo impianto fotovoltaico. Non immaginarti pagine e pagine di file excel pieni di numeri incomprensibili, ma pensa semplicemente a questo: prima o poi, dopo aver installato il tuo impianto, comincerai a chiederti se hai fatto la scelta migliore, se stai effettivamente producendo quanto ti avevano promesso, e se il tuo risparmio potrebbe essere ancora maggiore.
«Conviene che faccia dare una pulita ai miei moduli?»
«Mi conviene aggiungere un sistema di accumulo?»
«È il caso che aumenti la potenza del mio impianto?»
Sono tutte domande lecite.
Con un sistema di monitoraggio potresti notare, per esempio, un calo anomalo della produzione da un anno all’altro, ed accorgerti così che forse è il momento di programmare una pulizia della superficie dei moduli. Ci capita sempre più spesso, poi, di dover rispondere alle domande sull’upgrade di impianti esistenti; avere i dati non solo di produzione, ma di autoconsumo, facilita il nostro lavoro, perché ci permette di capire se un utente sta sfruttando già al massimo il suo impianto nella fascia diurna, se quell’impianto è stato correttamente dimensionato, o se un sistema di accumulo è proprio la soluzione perfetta per le sue esigenze.
Il secondo, gradissimo, plus, è la capacità di un buon sistema di monitoraggio di farvi effettivamente risparmiare. Accennavo prima come l’avvento delle app abbia trasformato il fotovoltaico in un sistema smart. Senza usare troppi paroloni, con le nuove tecnologie ho la possibilità di avere i dati istantanei di produzione del mio impianto e di consumo della mia casa a portata di mano, in ogni momento.
Questo significa non solo sapere se in questo preciso momento sto producendo a sufficienza per alimentare la mia casa, ma anche, con un po’ di pratica, poter decidere con sicurezza quali elettrodomestici attivare in quali momenti della giornata, per poter sfruttare al massimo la mia energia gratuita e per poter abbattere il più possibile le bollette. Magari, poi, ti accorgerai che la tua lavatrice comprata nel lontano 1998, che «Funziona ancora così bene, quindi perché cambiarla?» consuma ad ogni lavaggio quanto un motore di Boeing 747 in decollo, e ti convincerai a sostituirla con un elettrodomestico di classe A++. La tua bolletta ringrazierà.
Insomma, il monitoraggio è il primo step per fare una vera efficienza energetica. Per i sistemi più complessi, dove oltre ai “normali” elettrodomestici entrano in gioco anche pompe di calore e sistemi di riscaldamento/raffrescamento elettrici, alcuni monitoraggi ci vengono incontro con la possibilità di coordinare i dati collezionati dal nostro inverter con il consumo del sistema termico, comunicando, per esempio alla pompa di calore, la disponibilità di energia gratuita da utilizzare istantaneamente. Una sorta di domotica energetica, sfruttata per ora ancora poco, ma che sono certa dominerà il modo di costruire nei prossimi anni, con il fotovoltaico a fare da cardine proprio grazie alle sue piattaforme di monitoraggio.
Tantissimo. Ho accennato prima come i produttori dei sistemi di accumulo utilizzino i dati trasmessi dai sistemi di monitoraggio delle batterie per migliorare la gestione dei flussi energetici e allungare la vita utile dei loro prodotti.
Per il fotovoltaico vale lo stesso concetto: se un fotovoltaico può essere monitorato da remoto, il tuo installatore di fiducia potrà verificare lo stato di salute del sistema, il produttore dell’inverter potrà aggiornare la macchina perché questa lavori sempre al massimo delle sue possibilità, e insieme potranno intervenire da remoto per la risoluzione di una parte delle problematiche che potrebbero insorgere sul tuo impianto.
Per tornare alla metafora inziale, la differenza tra l’avere un monitoraggio o il non averlo è la stessa che c’è tra il portare la macchina dal meccanico descrivendogli il problema a gesti, e il chiamarlo dicendogli «Mi si è accesa questa spia sul cruscotto».
Prenderò come esempio una delle più utilizzate e delle più complete, così da darti un’idea generale del tipo di dati che puoi trovare sulla tua bacheca.
Mentre ti scrivo, il mio impianto fotovoltaico sta facendo il suo lavoro sul tetto di casa mia. Cosa mi dice questa tabella?
È arrivato il momento di fare una brevissima digressione: il mio impianto fotovoltaico ha una potenza di picco di 5,886 kWp, ma io non vedrò quasi mai quella potenza istantanea, perché quel dato altro non è che la somma della potenza nominale di ogni singolo modulo che lo compone. La potenza dei moduli è definita da un test (STC, Standard Test Condition) uguale per tutti, in cui si utilizzano parametri standard, tra i quali: orientamento perfettamente SUD 0°, inclinazione 25°, irraggiamento 1.000 watt/Mq, T° esterna 25° C…. A meno che il tuo tetto non centri perfettamente queste condizioni, è difficile che il tuo impianto arrivi a produrre istantaneamente quanto il suo picco nominale dichiara. Una fregatura? No. E adesso ti mostro il perché.
Questo è il grafico della giornata di Martedì 14 Aprile 2020. In verde trovi la produzione del fotovoltaico, con la sua classica forma a campana. Ora che le giornate si allungano, il sistema, a seconda dell’orientamento, si attiva prima delle 08:00, ha il suo picco intorno alle 13.00 e si spegne verso le 19.30.
La linea più irregolare segna invece i consumi elettrici della casa. Si colorano di Rosso quando quell’energia è stata prelevata dalla rete, mentre sono azzurri o blu a seconda che quell’energia sia fornita dal fotovoltaico o dalla batteria. Cosa possiamo notare?
Insomma, avrai capito che sono una grande fan dei sistemi di monitoraggio, e lo sono sia in veste di professionista del settore, sia in qualità di proprietaria di un impianto fotovoltaico. Ritengo che si tratti di uno strumento veramente utile anche nel rapporto tra queste due figure. Attraverso il monitoraggio dei dati, una buona società installatrice è in grado di portare avanti il rapporto con i propri clienti in maniera trasparente, fornendo una consulenza che va oltre la sola vendita del sistema, cosa che riteniamo fondamentale in un sistema sfaccettato come il fotovoltaico.
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