[vc_row][vc_column][vc_column_text]Il 6 luglio 2019 è iniziato il Jova Beach Party. Il festival ideato da Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti. Una grande occasione per sensibilizzare un gran numero di persone ad adottare stili di vita che aiutino la sostenibilità ambientale.
Un connubio inscindibile tra intrattenimento e aiuto ambientale fa del Jova Beach Party un evento pioniere nel campo dello sviluppo economico e sociale. Il primo festival internazionale a vocazione ambientale che si sia mai visto in Italia con uno scopo semplice, ma allo stesso tempo complesso.
In funzione degli eventi in programma del Jova Beach Party, è stato attivato il Tavolo Tecnico previsto dal Protocollo d’Intesa tra la Guardia Costiera e il WWF Italia. Esso prevede l’elaborazione e l’attuazione di “programmi congiunti di comunicazione e educazione ambientale sulla tutela e la salvaguardia della risorsa mare” e “per diffondere e stimolare comportamenti virtuosi finalizzati alla tutela dell’ambiente marino e costiero”. Il Tavolo tecnico, infatti, consente un confronto continuo per rendere questo evento fruibile e sicuro.
Tra le diverse tematiche trattate, si è parlato anche degli aspetti legati alla sicurezza della balneazione. WWF Italia, Guardia Costiera e gli organizzatori del Jova Beach Party collaboreranno in modo stretto per sensibilizzare il pubblico sulla corretta fruizione delle spiagge e per ridurre al massimo l’impatto ambientale.
Il WWF, partner originario del festival, fa da capofila nella sensibilizzazione e promozione di una cultura amica dell’ambiente. Negli ultimi tempi, sta facendo da pungolo alla mobilitazione contro il fenomeno del beach litter. Obiettivo: ridurre del 57% i rifiuti plastici entro il 2030. A tal fine, lancia la petizione globale #StopPlasticPollution per chiedere ai governi di tutto il mondo l’approvazione di un nuovo trattato globale contro l’inquinamento da plastica. All’interno della sezione WWF spiccano cinque utili consigli per vivere un’estate senza sprechi e rifiuti abbandonati in mare. Tra questi il filo conduttore dell’intero modello di consumo proposto a forte componente ecologica: “Senza cannuccia, senza agitatore, senza bicchiere di plastica le parole d’ordine di bevande e cocktail delle tue serate estive”.[/vc_column_text][vc_message message_box_color=“green” icon_fontawesome=“fa fa-leaf”]Leggi anche: Cambiamento climatico in Italia e Lombardia: cosa fare[/vc_message][vc_column_text]
Oggi un evento che non rispetta standard o criteri sostenibili dal punto di vista dell’ambiente difficilmente può dirsi completamente riuscito, pur avendo centrato gli obiettivi di partecipazione. Specialmente se il committente o organizzatore desidera trarre non solo vantaggi di tipo economico, ma soprattutto reputazionali e, in generale, in relazione a ciò che ha a che fare con il “posizionamento” del proprio brand.
Infatti, non considerare – per negligenza, incuria o scarso senso etico – le ricadute ambientali e sociali generate da un evento durante tutto il suo corso (pre, durante e post) significa incorrere in quelli che possiamo definire gravi danni d’immagine.[/vc_column_text][vc_single_image image=“803” img_size=“full” alignment=“center”][vc_column_text]Le linee guida da seguire quando si vuole organizzare un evento il più possibile sostenibile sono quasi sempre le stesse. A spiegare queste buone pratiche è Legambiente che ha studiato un decalogo ad hoc:
Per saperne di più sulle buone pratiche sostenibili vai su https://www.elmecsolar.com/[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]