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L’arte come mezzo alla sostenibilità ambientale

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Può l’arte essere usata come mezzo alla sostenibilità ambientale e quindi salvare il nostro pianeta?  Molti artisti affrontano il tema del cambiamento climatico come critica dei nostri tempi, altri usano l’inquinamento proprio per realizzare opere d’arte. Vediamo come:

L’arte è una necessità dell’essere umano: fin dai tempi del paleolitico l’uomo ha sentito l’esigenza di esprimersi attraverso forme che poi avrebbe definito “arte”. Un’esigenza che non corrisponde alla necessità avvertita da alcuni di esprimersi ‘artisticamente’. E’ assolutamente un’esigenza ‘collettiva’, comune ad ogni individuo, che attraverso l’opera di alcuni trae beneficio per tutti.

L’arte, dunque, non salverà il mondo, ma sicuramente è necessaria per salvaguardare l’Uomo, la sua ‘umanità’. E, nel suo ‘piccolo’, è un enorme strumento di trasformazione del reale, perché agisce sulla coscienza e sul senso di sé di ciascuno, e su l’ambiente che ci circonda.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

“Una mostra per creare maggior consapevolezza sulla sostenibilità ambientale”

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_single_image image=“668” img_size=“full”][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]È il caso, per esempio, della mostra “Capire il cambiamento climatico” in programma al Museo di Storia Naturale di Milano. Organizzata in collaborazione con National Geographic, la mostra espone circa 300 scatti realizzati da grandi fotografi. Illustrando con inquadrature e soggetti di grande impatto emotivo, la situazione del nostro Pianeta. Pare sia già in atto una trasformazione irreversibile e pericolosissima che, se rimarrà incontrastata, porterà allo stravolgimento dell’ecosistema.

Lo scioglimento dei ghiacci, il surriscaldamento globale, l’inquinamento atmosferico e marino, le anomalie climatiche e gli eventi atmosferici estremi, la distruzione delle foreste, la riduzione della biodiversità animale, sono solo alcune delle drammatiche conseguenze che il comportamento sconsiderato degli esseri umani sta infliggendo al proprio habitat, soprattutto per mancanza di consapevolezza.

Oltre alle suggestive fotografie, sono illustrate alcune semplici pratiche che tutti potrebbero e dovrebbero seguire per dare il proprio contributo alla salvaguardia dell’ambiente e del clima.

La mostra “Capire il cambiamento climatico” a Milano si propone il fine di sensibilizzare il pubblico riguardo a ciò che sta accadendo al nostro Pianeta, creando una nuova consapevolezza in merito alla gravità della situazione attuale.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

Dai musei alle strade

[/vc_column_text][vc_column_text]Graffiti e altre forme di street art raccontano i nostri tempi. Da artisti internazionali come Banksy ad altri meno conosciuti, in giro per il mondo si trovano una serie di murales che affrontano tematiche legate alla sostenibilità ambientale, al riscaldamento globale e a molti dei problemi che affliggono il nostro pianeta.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_single_image image=“672” img_size=“full”][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

La protesta di Banksy

Proprio nei giorni scorsi è comparso a Londra, nella zona dove era in atto la protesta di Extinction Rebellion, un misterioso graffito. Un altro dei colpi di Banksy. L’opera è su un muretto a Marble Arch, nella zona che era la base degli ecologisti di Extinction Rebellion. Il murale mostra una bambina accovacciata a terra: in mano tiene un cartellino con il simbolo del collettivo ecologista e accanto ha una piantina che spunta dal suolo. Sopra di lei si legge la scritta: “Da questo momento termina la disperazione e comincia la tattica”. L’opera è stata dipinta proprio nel luogo dove i manifestanti hanno protestato contro il cambiamento climatico.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Solo lo scorso dicembre, Banksy ha realizzato un’altra opera di denuncia a Port Talbot, nel Galles, dove sorge il più grande polo siderurgico del Regno Unito. Un bambino con cuffietta e sciarpa, che alza le braccia, apre la bocca e gioca a mangiare i fiocchi di neve che cadono dal cielo.

Un’immagine decisamente troppo natalizia per Banksy: e infatti lì, svoltato l’angolo, ecco un cassonetto in fiamme che libera nell’aria quella cenere che sembra neve solo in apparenza. Un murales che questa volta si scaglia contro gli alti tassi di inquinamento della zona.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_single_image image=“667” img_size=“full”][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]La città di Port Talbot, 35mila abitanti, ospita infatti il più grande polo siderurgico dell’intero Regno Unito, ed è classificata come una delle aree urbane più inquinate della nazione. La scorsa estate, per esempio, è stata letteralmente ricoperta da uno strato di polvere nera proveniente dai suoi stessi impianti industriali. L’opera di Banksy, non a caso, è comparsa sulle mura della proprietà di uno degli operai dell’impianto.

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L’arte che combatte l’inquinamento

I murales non solo come protesta o come critica dei cambiamenti climatici, ma anche come soluzione. Un’opera d’arte mangia-smog sorge su un edificio del quartiere ostiense di Roma (immagine di copertina). Inaugurata nell’ottobre del 2018. Il murale è realizzato con l’airlite, una particolare e rivoluzionaria vernice green, che ha la capacità di assorbire molte delle sostanze inquinanti presenti nell’aria.

Airlite riduce fino all’88,8% l’inquinamento atmosferico, elimina il 99,9% dei batteri, respinge la polvere e lo sporco presenti nell’aria e neutralizza gli odori. Si attiva con la sola energia della luce. Elimina le sostanze inquinanti trasformandole in sostanze inerti in modo del tutto naturale. 12 mq di airlite sono in grado di assorbire le emissioni di smog emesse da un’auto in un giorno. L’opera produce un effetto anti-inquinamento paragonabile a quello di 30 alberi.

Il murale nasce da un progetto di yourban2030, un’associazione no profit che si pone come obbiettivo quello di utilizzare l’arte come mezzo per lanciare messaggi aventi ad oggetto tematiche ambientali, ed è stato realizzato per mano di Federico Massa, street artist di fama internazionale, il cui nome d’arte è Iena Cruz. Ritrae un airone intento a cacciare la sua preda in un mare inquinato. Grazie alla vernice con cui è stato dipinto, sarà l’airone stesso a combattere lo smog di Roma.

Arte, tecnologia e politica green rappresentano un connubio perfetto non solo come straordinario mezzo di sensibilizzazione, ma anche come immediato strumento di lotta all’inquinamento.

Abbiamo a cuore la sostenibilità. Se vuoi contribuire a fermare i cambiamenti climatici e affrontare un piccolo passo verso la sostenibilità ambientale con un impianto fotovoltaico a casa tua, scrivi ai nostri esperti.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

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