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Le province più solari d’Italia

Le province più solari d’Italia

A che punto siamo in Italia con il fotovoltaico? Lo abbiamo raccontato ad “Affari e Finanza”, inserto di approfondimento economico de La Repubblica, con la prima uscita del Barometro del Fotovoltaico in Italia: una vera e propria fotografia del settore che ha analizzato i dati raccolti in uno studio da Italia Solare.

Fotovoltaico: nord batte sud, ecco perchè

Le sorprese non mancano, a cominciare dalla classifica, che vede sul podio tre regioni del nord (Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna): nonostante al sud l’esposizione ai raggi solari sia evidentemente maggiore, dobbiamo scendere fino al sesto posto per trovare la Sicilia, prima regione del sud come numero di impianti installati. Sorprendente anche il dato su nuovi impianti, in netto rallentamento: sono solo 55 mila gli impianti installati nell’ultimo anno, sui 936 mila totali presenti. I dati si riferiscono alla fine del 2020: in Lombardia erano 145.424 gli impianti installati, contro i 133.611 del Veneto e i 97.519 dell’Emilia-Romagna. Quarto il Piemonte, con 64.983, che supera il Lazio, fermo a 62.699. Sesta, finalmente, la Sicilia (59.813), che supera Puglia (54.247) e Toscana (48.598), con Sardegna (39.679) e Campania (37.195) a chiudere la top ten. Attenzione, però, perché la classifica si concentra sul numero di impianti installati su tetti, capannoni e a terra, non sulla potenza sviluppata. Su questo dato è la Puglia a vincere, grazie ai grandi impianti a terra installati in passato, seguita da Lombardia ed Emilia Romagna. «Sui risultati incidono anche le caratteristiche dell’edilizia locale – ha dichiarato Alessandro Villa, amministratore delegato di Elmec Solar, ad “Affari e Finanza” - Ad esempio Milano, che è costruita prevalentemente in verticale, è soltanto nona nella classifica delle province, pur essendo la seconda più popolosa della Penisola dopo Roma, che invece è in testa (37.336 impianti, ndr)». Tra le provincie, seconda risulta Brescia, 30.214 impianti, tallonata da Treviso con 30.132 impianti. Ai piedi del podio c’è Vicenza, seguita da Torino e Bergamo, con Verona ottava e Venezia decima dietro a Milano.

Superbonus: una misura importante. Ma migliorabile

Il ritardo del mezzogiorno (nessuna provincia del sud tra le prime dieci), come fa notare sempre Villa su “Affari e Finanza”, può essere dovuto più al budget che alla sensibilità verso l’ambiente. Gli incentivi statali, infatti, permettono di rientrare nell’investimento solo nel medio-lungo periodo: una condizione che non favorisce lo sviluppo degli impianti ad uso domestico. Un aiuto in questo senso avrebbe potuto darlo il Superbonus, la detrazione del 110% recuperabile in 5 anni (e non in 10, come stabilivano le norme precedenti) applicabile alle spese che riguardano gli interventi che vanno a migliorare l’efficienza energetica degli edifici. Una buona idea per accelerare il processo verso la decarbonizzazione stabilita dagli obiettivi comunitari, ma un’idea con dei difetti: una burocrazia molto complessa e un notevole carico di responsabilità per i professionisti che firmano il via libera ai lavori hanno rallentato l’applicazione della misura, che a fine gennaio contava solo 3.100 richieste per un importo di 340 milioni di euro. Poco più del 5% degli stanziamenti previsti. Ecco perché a fine aprile il Parlamento ha approvato le linee di indirizzo del Piano Nazionale Ripresa e Resilienza chiedendo al governo di rimodulare la misura per semplificare le procedure di approvazione, permettendo così di ampliare le possibilità di accesso al Superbonus per i cittadini. Una semplificazione che potrebbe risultare decisiva in un settore che coinvolge dal punto di vista economico una miriade di piccole imprese, artigiani e professionisti legati all’edilizia, e che può dare un aiuto importante per abbassare i livelli di inquinamento nelle nostre città.

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Acceleriamo la transizione ecologica

«Accelerare il processo di transizione ecologica è tra le priorità di tutte le istituzioni nazionali e internazionali – conclude Alessandro Villa - Occorre che i cittadini adottino una cultura orientata alla sostenibilità e alla salvaguardia dell’ambiente e le aziende rendendo sempre più circolare ed efficiente il ciclo produttivo – perché, continua Villa - il sistema fotovoltaico che, mi preme sottolineare, non va visto come un semplice impianto, ma come una tecnologia che si integra all’interno di un edificio e si abbina con altre tecnologie come i sistemi di storage, la mobilità elettrica e colonnine di ricarica». Ed è proprio questo il senso del Barometro del Fotovoltaico: accendere i riflettori su uno dei principali sistemi di produzione di energia pulita e rinnovabile che contribuirà al raggiungimento degli obiettivi fissati dai piani del Green Deal e dal Next Generation EU, tra cui ridurre le emissioni del 55% entro il 2030. Un contributo da un’azienda pienamente “green” per un presente che deve imboccare ora la via della transizione ecologica. Scopri di più su www.elmecsolar.com

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