Nel rispetto degli impegni comunitari, la data del 12 aprile 2014 ha dato inizio all’obbligatorietà di istituzione di un sistema nazionale di raccolta differenziata, riciclo e recupero dei rifiuti che derivano dai pannelli fotovoltaici analogamente alle apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE).
I pannelli fotovoltaici provenienti da impianti residenziali devono essere consegnati in un Centro di Raccolta Autorizzato RAEE. Lo smaltimento dei pannelli è gratuito, se consegnati direttamente dal proprietario alle isole ecologiche comunali, dove i cittadini sono tenuti a conferire apparecchiature RAEE e dove esse vengono depositate in attesa di essere trasferite ad appositi impianti di recupero; nel caso in cui i pannelli venissero invece sostituiti da altri pannelli equivalenti di nuova generazione, l’azienda installatrice ha il dovere di prendere in carico il rifiuto RAEE, in vista della legge del ritiro Uno contro Uno (decreto del Ministero dell’Ambiente n. 65 del 8 Marzo 2010), gestendone il trasporto e lo smaltimento presso un centro autorizzato.
I pannelli fotovoltaici invece provenienti da impianti industriali entrati in esercizio prima del 12 aprile 2014, per quanto riguarda il costo delle operazioni di smaltimento, queste gravano sul produttore in caso di sostituzione per guasti derivanti da errori di fabbricazione, e sul proprietario in tutti gli altri casi. Successivamente a tale data, il costo è sempre a carico del produttore. Nella maggior parte dei casi il costo è calcolato al Kg, al quale va sommato il costo di imballaggio sempre al Kg e al trasporto.
L’attuazione della Direttiva 2012/19/UE sui rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche si affianca alle disposizioni adottate dal Gestore dei Servizi Energetici (GSE) per l’attuazione di quanto previsto dal IV e dal V Conto Energia (il Conto Energia ricordiamo, è l’incentivo statale che consente di ricevere una remunerazione in denaro derivante dall’energia elettrica prodotta dal proprio impianto fotovoltaico per un periodo di 20 anni).
A tal fine il GSE ha elaborato le Istruzioni operative per la gestione e lo smaltimento dei pannelli fotovoltaici incentivati, ai sensi dell’art. 40 D.lgs. 49/2014.
Per gli impianti incentivati in I, II e III Conto Energia è previsto un meccanismo di garanzia per il corretto smaltimento dei pannelli fotovoltaici. Il GSE, al quindicesimo anno di erogazione dell’incentivo (per i RAEE domestici) o in modo frazionato a partire dall’undicesimo anno di incentivazione (per i RAEE professionali), trattiene una quota a copertura dei costi di recupero e smaltimento dei rifiuti prodotti dai pannelli. Accertato il corretto smaltimento dei moduli secondo la normativa RAEE, il Gestore provvede a restituire al proprietario l’importo trattenuto.
Gli Impianti del IV e V Conto Energia entrati in funzione dopo il 01/07/2012 sono esclusi dal meccanismo di prelievo GSE, in quanto hanno già aderito ad un Sistema collettivo/Consorzio che garantisce il corretto recupero e riciclo dei pannelli.
Il pannello installato in impianti di potenza nominale inferiore a 10 kW, può essere conferito a un Centro di Raccolta. Si precisa che, nel calcolo della potenza finalizzato a stabilire se il RAEE è domestico o professionale, il GSE fa riferimento esclusivamente alla potenza incentivata dell’impianto.
Il pannello installato in impianti di potenza nominale uguale o superiore a 10 kW, deve essere conferito dal Soggetto Responsabile a un impianto di trattamento autorizzato.
Il finanziamento delle operazioni di raccolta, trasporto, trattamento adeguato, recupero e smaltimento “ambientalmente compatibile”dei RAEE storici fotovoltaici industriali è a carico del produttore in caso di fornitura di una nuova apparecchiatura elettrica ed elettronica in sostituzione di un prodotto di tipo equivalente, ovvero è a carico del detentore negli altri casi.
Secondo un rapporto presentato nel 2016 da IRENA (International Renewable Energy Agency) ammonta a 450 milioni di dollari il valore dei materiali che in teoria si potrebbero recuperare dal riciclo dei pannelli fotovoltaici.
Il modulo fotovoltaico è riciclabile oggi per il 90% circa del suo peso. Ma com’è fatto un pannello fotovoltaico? Cosa si ottiene dal suo riciclo? Il pannello fotovoltaico è composto da celle fotovoltaiche realizzate con silicio cristallino, policristallino o amorfo, sigillate tra due lastre di materiali plastici, di solito EVA (acetato vinil-etilenico) che le proteggono dall’umidità e dagli agenti atmosferici. Il tutto è ulteriormente inserito tra una lastra di vetro ed una speciale pellicola protettiva composta di materiali polimeri e tedlar. A volte la pellicola protettiva può essere sostituita da un’altra lastra di vetro.
Il “sandwich” ottenuto viene quindi scaldato in un forno a circa 100° C, procedimento che permette ai componenti di sigillarsi tra loro, mentre il foglio di EVA passa da traslucido a trasparente e l’aria residua interna viene eliminata.
Si fissa infine il “sandwich” così trattato in una cornice d’alluminio estruso anodizzato (resistente alla corrosione) e si dispone la cassetta di giunzione sul retro del modulo.
Quindi, da un pannello ad esempio, di 21 kg si possono recuperare in media: 15 kg di vetro, 2,8 kg di plastica, 2 kg di alluminio, 1 kg di silicio, e 0,14 kg di rame.
Oggi, ci troviamo ad affrontare una prima fase di sviluppo dell’industria del riciclo del fotovoltaico, che potrebbe riuscire a trasformare questi rifiuti in una risorsa: il vetro è completamente riciclabile, anche più volte, e può essere utilizzato per ricreare nuovo vetro. Mentre l’alluminio riciclato permette un elevatissimo risparmio di energia e viene molto utilizzato nel settore meccanico. Se hai bisogno di maggiori informazioni sullo smaltimento dei pannelli fotovoltaici o vuoi chiedere un sopralluogo chiedi ai nostri esperti.