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Tokyo 2020: quando l’impatto positivo è olimpico

Tokyo 2020: quando l’impatto positivo è olimpico

Con un anno di ritardo dovuto alla pandemia, lo scorso 24 luglio sono iniziati i giochi olimpici di Tokyo, che hanno mantenuto “2020” come anno di riferimento. Dal 25 agosto sarà il momento delle Paralimpiadi, dove le gare saranno per 22 discipline, contro le 33 delle Olimpiadi in corso. Olimpiadi che hanno un obiettivo in più, oltre quello di far incontrare culture diverse: quello di essere le più sostenibili di sempre. Ogni aspetto di questi Giochi, infatti, è stato progettato per ridurre al minimo l’impatto sul pianeta, dando così un esempio di cosa si può fare realmente per andare nella direzione giusta, riducendo al minimo indispensabile quello che chiediamo alla Terra per portare avanti le nostre attività. E le nostre vite.

Be better together

“Be better, together. For the planet and the people”: è lo slogan di questa edizione dei Giochi, che hanno iniziato da un punto fondamentale per la sostenibilità: non costruire. È prassi che i giochi olimpici lascino in eredità al paese ospitante una notevole quantità di infrastrutture: villaggi per ospitare le delegazioni, strutture sportive mastodontiche, nuovi edifici che consumano risorse, consumano suolo, e non sempre trovano una vita attiva al termine della manifestazione. A Tokyo hanno invece deciso di utilizzare il più possibile location già esistenti: il 60% degli edifici necessari, quindi, è stato ricavato da strutture già presenti, e questo ha permesso un risparmio sulle emissioni di anidride carbonica (principale gas serra) di quasi 80mila tonnellate. Per le strutture nuove, è stato scelto di utilizzare legno sostenibile, che è stato donato da 63 municipalità nipponiche. Ad Olimpiadi concluse, i materiali saranno restituiti a chi li ha donati, e potranno essere riutilizzati per altri progetti. La sostenibilità riguarda anche i letti su cui gli atleti riposeranno, realizzati in uno speciale cartone riciclabile, in grado di sostenere fino a 200 kg. Una volta che i giochi si saranno conclusi sia i telai sia i materassi saranno avviati al riciclo.

infografica

Simboli di economia circolare

Dalle strutture necessarie a quelle simboliche: anche la torcia ha il suo aspetto di sostenibilità. Durante il suo viaggio, che parte sempre dalla Grecia per raggiungere il luogo designato, ha incontrato le più alte delegazioni sportive dei paesi partecipanti. È stata costruita per il 30% in alluminio riciclato, proveniente dalle case edificate temporaneamente in seguito al terremoto che colpì il Giappone nel 2011 e ormai dismesse. Il disegno della torcia, come pure quello del braciere, richiama il simbolo per eccellenza del Giappone, un fiore di ciliegio: entrambi, poi, sono alimentati ad idrogeno. Anche le medaglie sono un simbolo di economia circolare: dal 2018, infatti, in tutto il Giappone sono stati installati dei punti di riciclo per scarti elettronici. I Giapponesi sono grandi consumatori di hi-tech, e hanno donato gli scarti al comitato olimpico. Questo ha permesso di estrarre i metalli preziosi per le medaglie non da miniere, ma dai dispositivi elettronici: cinquemila pezzi tra oro, argento e bronzo, che portano un marchio di sostenibilità fondamentale, in un mondo che dipende sempre più dalla tecnologia ma non ha ancora imparato a smaltirla correttamente. Frutto di economia circolare anche i materiali con cui sono stati costruiti i podi per le premiazioni: grazie al progetto “Recycled plastic victory ceremony podium”, nel 2019 sono state complessivamente recuperate 24,5 tonnellate di plastica raccolta in mare. Grazie a una partnership con Procter & Gamble, una volta terminata la manifestazione la plastica dei podi sarà riciclata per trovare nuovi utilizzi. Anche le divise ufficiali di ogni delegazione sono confezionate con fibre provenienti da materiali vegetali. Perfino le scarpe vengono fabbricate con materiali sostenibili, con attenzione all’abbattimento delle emissioni di carbonio. I fornitori di qualunque settore dell’organizzazione dei Giochi hanno dovuto anche sottoscrivere un codice etico a garanzia della sostenibilità dei prodotti o servizi forniti. Il pesce utilizzato per il villaggio olimpico, ad esempio, proviene da allevamenti o pesca che rispettano le norme FAO, mentre l’olio di palma utilizzato avrà obbligatoriamente la certificazione RSPO.

torcia

Trasporti green

Non è finita: i trasporti sono un punto fondamentale per una reale politica di sostenibilità. Oltre a utilizzare al massimo e al meglio l’efficiente rete pubblica dei trasporti giapponese, è stata sottoscritta anche una partnership con Toyota, che sta permettendo di mettere in campo una flotta di oltre tremila mezzi innovativi e “green”. Il manifesto di questo aspetto delle Olimpiadi è “mobility for all”, ed è un tassello decisivo nella politica di sostenibilità.

L’energia: ovviamente rinnovabile

Tra tutti gli interventi verso la totale sostenibilità delle Olimpiadi, quello più rivoluzionario riguarda l’energia. Su 43 impianti olimpici e paralimpici, 25 sono stati riadattati da strutture già esistenti, alcune addirittura risalenti all’ultima edizione giapponese dei Giochi, nel 1964. Le ristrutturazioni hanno quindi concentrato tutto sull’efficientamento energetico, con impianti che traggano energia da fonti rinnovabili, in particolare pannelli fotovoltaici e impianti a biomassa legnosa. Dove non è stato possibile utilizzare energia rinnovabile, le emissioni dirette e indirette, trasporti e costruzioni incluse, verranno compensate con azioni che vadano oltre il minimo necessario. Il Villaggio Olimpico, che ospita circa 11.000 atleti, soddisfa il fabbisogno energetico con celle a combustibile a idrogeno puro. Dopo le Olimpiadi, diventerà la prima città giapponese alimentata a idrogeno: dormitori, mense e impianti di allenamento, infatti, diventeranno appartamenti, negozi, una scuola. Perché il futuro può essere solo sostenibile.

Per approfondire è possibile consultare direttamente il rapporto che il sito ufficiale delle Olimpiadi pubblica periodicamente. Sullo stesso sito web è possibile anche avere anticipazioni sulle future edizioni, che non potranno più prescindere dalla sostenibilità come bussola per ogni azione.

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