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Una casa passiva per il maggior risparmio energetico

[vc_row][vc_column][vc_column_text]Una Casa Passiva, o Passivhaus nella denominazione originale tedesca, è un modello di abitazione che consente il maggior risparmio energetico. Copre infatti la maggior parte del suo fabbisogno energetico per riscaldamento e raffrescamento interno ricorrendo a dispositivi passivi.

Come nasce il concetto di casa passiva?

A dire il vero la prima casa passiva non fu una casa, ma una nave realizzata per la spedizione in Artide di Fritdjof Nansen nel 1893. La nave “Fram” infatti fu la prima costruzione passiva funzionante a tutti gli effetti per proteggere i passeggeri a bordo per 5 anni. L’isolamento dei lati della nave fu ottenuto con feltro catramato, sughero, pannellature di legno e uno spesso strato di feltro. La tenuta all’aria realizzata con il linoleum.

Questo concetto prese le sembianze di una casa grazie all’idea del professor Wolfgang Feist dell’istituto Wohnen und Umwelt (habitat e ambiente) di Darmstadt, in Germania. Correva l’anno 1988 e l’istituto tedesco stava collaborando con il professor Bo Adamson dell’Università di Lund, in Svezia, ad un nuovo concetto di abitazione.

Nacque così l’idea di una casa che non avesse bisogno di riscaldamento perché d’inverno era sufficientemente calda in quanto non permetteva al calore interno di disperdersi e poteva riscaldarsi con la sola esposizione al sole, mentre d’estate non aveva bisogno di raffreddarsi in quanto, grazie a quello stesso isolamento e ad altri sistemi di ventilazione, permetteva di mantenere l’abitazione sufficientemente fresca.

Nacque così, nel 1991, la prima casa passiva a Darmstadt-Kranichstein, un complesso di 4 villette a schiera commissionate da 4 diversi clienti. Lo stesso istituto tedesco, nel 1996, stilò le norme che una casa passiva doveva seguire per essere considerata tale. L’idea ebbe successo perché ingegneri, architetti e studiosi di tutto il mondo vollero replicare questa rivoluzione anche in patria, magari migliorandola, e da allora in Svezia, Austria, Olanda e nella stessa Germania si sono diffuse migliaia di case passive.

Quali caratteristiche deve avere una casa passiva per essere considerata tale?

Dal punto di vista tecnico, la casa passiva deve la sua efficienza alla combinazione di una serie di accorgimenti essenziali: isolamento termico, calore interno, finestre termiche, forma ed esposizione e ventilazione. Vediamoli da vicino.

Coibentazione

Sicuramente lo spessore del materiale isolante varia in una casa passiva rispetto a quella tradizionale (circa 30 centimetri contro gli 8-10 centimetri), ma anche la collocazione dell’isolante che viene posto nell’intercapedine del telaio (solitamente in Legno), nello strato più esterno e nello strato più interno della pareti. L’isolante è disposto su tutte le pareti esterne dell’edificio nella loro interezza includendo il pavimento e il tetto.

Calore interno

Grazie al perfetto isolamento termico, l’edificio riesce a riscaldarsi anche per le fonti di calore che si trovano in tutte le case, ma che di solito passano inosservate. Tra queste: gli elettrodomestici attivi, l’illuminazione, il Sole che entra dalle finestre, la cucina, l’acqua calda che scorre nel bagno, gli stessi esseri umani che vi abitano.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column width=“1/2”][vc_single_image image=“1247” img_size=“full” onclick=“link_image”][/vc_column][vc_column width=“1/2”][vc_column_text]

Finestre termiche

In una casa passiva il vetro delle finestre è triplo anziché doppio. La superficie vetrata diventa in questo modo più isolante della cornice stessa dell’infisso, motivo per cui si tende a progettare poche grandi finestre invece che tante finestre piccole. Le finestre grandi aumentano la luminosità e l’apporto termico gratuito prodotto dai raggi del Sole.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

Forma ed esposizione

Edifici di volume compatto mantengono meglio il calore rispetto a edifici dal volume spezzettato o distribuito. E’ inoltre importante prevedere una corretta esposizione dell’edificio rispetto al Sole. In questo modo, le pareti più soleggiate saranno capaci di assorbire il calore, per esempio attraverso superfici vetrate. Le pareti più fredde e meno soleggiate saranno invece perfettamente coibentate.[/vc_column_text][vc_column_text]

Ventilazione con recupero del calore

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column width=“1/2”][vc_single_image image=“1250” img_size=“full” onclick=“link_image”][/vc_column][vc_column width=“1/2”][vc_column_text]Nella casa passiva il problema della circolazione dell’aria si risolve grazie a una ventilazione controllata. Cosa vuol dire? Si tratta di un sistema che, attraverso un motore ad alta efficienza energetica e un apposito dispositivo per lo scambio di calore, permette all’aria in entrata di assorbire fino all’80-90% del calore dell’aria in uscita, prima di circolare all’interno. La ventilazione controllata serve anche a uniformare la temperatura delle diverse stanze dell’edificio.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Recupera il calore dalle stanze dove se ne produce di più (come il bagno, la cucina, e gli ambienti più affollati) per cederlo alle stanze più fredde come le camere da letto e il soggiorno. Questi sono gli ingredienti principali di una Passivhaus ai quali però va aggiunta una corretta progettazione, che deve essere precisa al millimetro.

Il 24 settembre in occasione dell’incontro dedicato a questo tema (il quarto di IMPARARE A RISTRUTTURARE) è emerso proprio questo: per il timore che l’involucro non sia in grado di garantire le prestazioni ricercate, molto spesso si abbonda con gli impianti tecnologici: Pompe di Calore per raffrescamento e riscaldamento, deumidificazione, geotermia, solare termico e fotovoltaico.

Ma realmente serve tutto? Dall’esperienza dell’arch. Dal cin Giovanni e del geom. Bevilacqua Marco di ABlegno (i relatori del nostro convegno) non è tutto necessario.

Portando l’esempio di un progetto di casa passiva del 2008 emerge proprio questo; per la paura di non raggiungere le performance di una Passivhaus si è dotata la casa di eccessiva tecnologia e di impianti sovradimensionati. A distanza di anni, grazie ad un sistema di monitoraggio dell’intera casa, si è riscontrato che la maggior parte delle soluzioni tecnologiche erano totalmente inutili.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column width=“1/2”][vc_single_image image=“1252” img_size=“full” onclick=“link_image”][/vc_column][vc_column width=“1/2”][vc_column_text]A distanza di 10 anni a Invorio (NO) l’approccio di progettazione è stato completamente diverso: dotando la casa di un aggregato compatto (Ventilazione con recupero di calore), un minimo di riscaldamento a resistenza per i pavimenti dei bagni e un piccolo impianto fotovoltaico si sono ottenuti risultati decisamente più performanti ed efficienti.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Less is more è lo slogan che si sposa benissimo con il concetto di casa passiva, che ci aiuta a consumare meno e ad utilizzare più energia pulita.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

Cos’è Imparare a ristrutturare?

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